
Lingua giapponese: alcune (bellissime) parole intraducibili in italiano
10 parole che mancano alla lingua italiana
Una lingua è uno sguardo sul mondo, un punto di vista, un modo di pensare, di vedere le cose. Dare un nome a un momento, un’azione, un gesto, uno stato d’animo, significa riconoscerlo e attribuirgli un certo peso, una certa importanza.
Così come l’italiano ha diverse parole che ci invidiano in tutto il mondo, anche la lingua giapponese può vantare alcune (bellissime) parole per noi intraducibili, se non ricorrendo a perifrasi ed esempi. Ne abbiamo raccolte alcune, le nostre preferite.
Komorebi
“Komorebi” è la parola giapponese utilizzata per indicare “la luce del sole che filtra attraverso le foglie degli alberi”. Si tratta di un’immagine estremamente poetica, quasi magica, che evoca momenti di sintonia con la natura.
Mono no aware, “il sentimento delle cose”
La parola giapponese “mono no aware” designa una sorta di nostalgia e sensibilità verso la natura transitoria della bellezza e della vita.
Kawaakari
Con “kawaakari” i giapponesi descrivono un’immagine evocativa che vede ancora protagonista la natura. La parola giapponese indica “l’ultimo bagliore di luce sulla superficie di un fiume al tramonto”.
Irusu
Chi non l’ha fatto almeno una volta? “Irusu” indica l’atto di fingere di non essere a casa quando qualcuno bussa alla porta. Il fatto che esista una parola per indicare questo comportamento fa pensare che sia un’abitudine tra i giapponesi!
Tsundoku
Il termine “tsundoku” è l’abitudine di acquistare libri senza mai leggerli, ammucchiandoli.
Kyoikumama
La parola giapponese “kyoikumama” indica una madre che pressa i figli perché abbiano grandi risultati a scuola.
Wabi-sabi
“Wabi-sabi” è la bellezza delle cose imperfette, modeste, semplici. Il wabi-sabi è un ideale artistico tipicamente giapponese che descrive la bellezza di oggetti di fattura rustica e non rifinita, solitamente caratterizzati da un uso di materiali naturali grezzi, da superfici ruvide o corrose dalle intemperie, da assenza di forme geometriche regolari e dai colori scuri o neutri.
Age-otori
Il termine nipponico indica quella sensazione che prova una persona estremamente insoddisfatta dopo un taglio di capelli. Age –otori è quella sensazione che fa pensare: “ok, non uscirò mai più di casa, almeno fino a quando i capelli non saranno ricresciuti abbastanza”.
Bakku-shan
La parola giapponese “bakku-shan” indica una ragazza bellissima, finché non la si guarda in faccia.
Shibumi
“Shibumi” è una bellezza poco appariscente. Si tratta della grande raffinatezza che si nasconde dietro un aspetto ordinario e comune.
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