Lingua tedesca: alcune parole (bellissime) intraducibili in italiano

Lingua tedesca: alcune parole (bellissime) intraducibili in italiano

Alcune parole tedesche che tutti dovrebbero sapere

Ogni lingua racconta la realtà a modo proprio, attraverso un codice intriso della cultura a cui appartiene. Spesso la lingua tedesca è percepita come “ostile” da chi non la conosce, per la “durezza” di alcuni suoni che scandiscono il parlato, come “ich”, “sch” e “ung”.

Avvicinarsi a una nuova lingua, guardarla più da vicino, provare a capirla, “entrarci dentro”, aiuta a modificarne la percezione anche dei suoni, che possono trasformarsi in una melodia. Esistono parole tedesche che contengono (bellissimi) mondi, traducibili in italiano soltanto ricorrendo all’uso di perifrasi.

Queste parole rivelano il modo in cui i tedeschi interpretano la realtà, mettono a nudo il loro modo di pensare e di sentire. Abbiamo selezionato alcune (bellissime) parole della lingua tedesca intraducibili in italiano, che racchiudono in sé un piccolo universo di significati.

Fernweh, ovvero la nostalgia per posti in cui non si è mai stati

Fernweh” esprime un sentimento complesso, dai contorni sfocati, che abita in ogni essere umano, perché fa parte del sentire proprio dell’uomo. “Fernweh” è quel bisogno di essere sempre altrove, quella sensazione di mancanza, di incompletezza propria dell’uomo in quanto tale. L’uomo tende sempre a qualcosa e quel tendere è dato da una privazione che è allo stesso tempo forza vitale, quella che lo spinge sempre verso altro rispetto a dove si trova, rispetto a ciò che è. “Fernweh” è nostalgia  del  luogo in cui non sei mai stato, del momento che non hai vissuto. “Fernweh” racconta il bisogno di andare dove non si è mai stati, e il bisogno di andarsene da dove si sta. La lingua tedesca nel lemma “Fernweh” riesce a condensare uno stato d’animo che ci appartiene profondamente, ma intraducibile per la lingua italiana se non con un lungo giro di parole.

Backpfeifengesicht, quella che noi chiamiamo “faccia da schiaffi”

La situazione in cui possiamo usare il termine “Backpfeifengesicht” è molto chiara: ci sono persone che non sopportiamo, persone che non ci vanno a genio, persone che ci irritano a pelle, persone che conosciamo bene e troviamo insopportabili. La lingua tedesca concentra in un’unica (lunga) parola l’espressione “faccia da schiaffi”, che siamo soliti associare alla suddetta casistica di persone.

Treppenwitz

Treppenwitz” racconta quella frustrante situazione che viviamo quando ci viene in mente quello che avremmo potuto dire a chi ci ha poco prima zittito e “ucciso” con una frase. Ma è troppo tardi, perché il momento è passato e “Treppenwitz” è tutto ciò che ci rimane.

Torschlusspanik, letteralmente “panico della porta chiusa”

La lingua tedesca ha una parola per designare una paura che attanaglia chiunque, quella delle porte che si chiudono, delle opportunità che sfuggono con l’esaurirsi del tempo.

Kummerspeck, letteralmente “bacon del dolore”

“Kummerspeck”racconta la situazione di “imbruttimento” in cui si finisce quando si mette su peso per la fame nervosa, legata a problemi emotivi. L’immagine che si può associare a questo lemma è quello di una persona abbandonata sul divano, avvolta da un plaid in pile, che abbraccia gelosamente un barattolo di gelato.

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